WP_20150916_003QUALE SANITA’ PER IL VENETO ORIENTALE?

Sintesi di quanto emerso nell’incontro del 16.9.2015

organizzato dal Circolo PD di Portogruaro sui temi della Sanità

 

Il Circolo  PD di Portogruaro, mercoledì scorso ha organizzato un incontro pubblico sui  temi riguardanti la sanità, che ha visto una notevole partecipazione di cittadini, di operatori, di associazioni, di rappresentanti politici, di segretari di circolo del Pd del Portogruarese e del Sandonatese. Ha salutato e ringraziato  i presenti il segretario di circolo Roberto Zanin. Ha introdotto i lavori Annamaria Pasian.

All’iniziativa erano presenti i consiglieri regionali Francesca Zottis e Bruno Pigozzo, i quali hanno illustrato ai presenti la  recente proposta di legge di Zaia in merito alla riduzione delle ULSS in Veneto ed hanno fornito informazioni precise e puntuali sulla delibera della Giunta Regionale del 18 agosto u.s.,  riguardante alcune scelte sui servizi sanitari del Veneto Orientale. Su ciò si è particolarmente incentrata l’attenzione dei presenti ed  il relativo dibattito.

Dalla lettura della Delibera della Giunta Regionale Veneto n. 70 del 18.8.2015 emerge chiaramente  che le dichiarazioni estive di Zaia, sulle annunciate decisioni di “archiviare” il progetto di Ospedale unico erano una “bufala”, così pure le promesse fatte dalla Lega in campagna elettorale sul potenziamento degli ospedali di Portogruaro e San Donà di Piave.

L’idea di ospedale unico non è stata affatto abbandonata da Zaia, ma solo rinviata.  La strategia del presidente Zaia si è svelata in tutta la sue evidenza: sfruttare i primi mesi di questo mandato per ritagliare la Regione ad uso e consumo della propria forza politica.

Da tali scelte regionali derivano conseguenze molto gravi e preoccupanti per le strutture sanitarie del nostro territorio. Strutture  che non solo non vengono potenziate come promesso, ma anzi vengono ulteriormente ridotte.  Il clima di incertezza che deriva da questa situazione paradossale, alimenta una sfiducia generale negli utenti, un graduale smantellamento delle strutture  e l’ “abbandono” da parte di operatori qualificati.

Le schede ospedaliere – che stanno portando ad una complessiva diminuzione dei livelli assistenziali – non sono state bloccate. Non si vuole in alcun modo  riprogrammare la sanità ed investire sui servizi territoriali. Non si vuole in alcun modo fare scelte per recuperare il grave deficit economico maturato dall’Ulss n. 10, soprattutto a causa delle fughe verso altre strutture del vicino Friuli.

E’ intervenuto nel dibattito anche il responsabile  Sanità e Welfare del PD metropolitano di Venezia Gabriele Scaramuzza, il quale ha affermato: “Avevamo detto che la discussione sull’ospedale unico, come era stata impostata, era una polpetta avvelenata creata ad arte per dividere i Sindaci e farci perdere tempo, mentre proseguiva lo smantellamento della sanità del Veneto orientale. Ora, con l’ultima Delibera della Giunta, è chiaro a tutti che la polpetta è stata spostata nella stanza accanto, ma qui è rimasto il veleno: l’ospedale unico è solo differito nel tempo, e nel frattempo prosegue la scelta scellerata di specializzazione dei due poli ospedalieri di San Dona’ e Portogruaro, con conseguenze che pregiudicheranno entrambe. Nel frattempo nulla viene intaccato della casa di cura Rizzola di San Dona’ di Piave, creando un vantaggio al privato nei confronti dell’offerta sanitaria pubblica.”

Oltre a smascherare le reali volontà della Giunta Regionale Veneto in merito all’ospedale unico, i consiglieri regionali del PD hanno fatto presente tutte le perplessità e le conseguenze negative che possono derivare dalla riorganizzazione delle ULSS.

La proposta di una grande ULSS provinciale – in cui confluirebbe anche l’ULSS n. 10 – non assicura  le necessarie perequazioni sugli investimenti. Il rischio è proprio il contrario: un continuo impoverimento dei servizi che, sempre più accentrati,  non potranno fornire risposte adeguate.

L’idea di Zaia, di arrivare alla riduzione delle ULSS fra circa tre mesi,  denota una assoluta mancanza di programmazione e di graduazione organizzativa.

La contestuale proposta di istituzione della cosiddetta “Azienda zero”, nei fatti espropria il Consiglio Regionale dai propri compiti di programmazione e controllo, accentra in una figura alle strette dipendenze della Giunta, un insieme di poteri mai visti, relega ai margini le conferenze dei Sindaci che saranno costrette ad un ruolo da comprimario.

CONTRO QUESTE POLITICHE  REGIONALI

SI SONO ESPRESSI TUTTI I PRESENTI

Tra questi anche il Capogruppo della coalizione di centro sinistra di Portogruaro Marco Terenzi, ilWP_20150916_001 quale  ha ricordato la necessità di guardare alla complessità del nostro territorio. Il Veneto orientale deve saper affrontare  insieme e unito questioni che non possono essere disgiunte. Non possono coesistere competitività. C’è la necessità di una seria programmazione  socio-sanitaria  che sappia affrontare gli aspetti collegati alla specificità ed alla rilevanza turistica del territorio.

Durante l’incontro sono emerse, da parte di operatori, da parte del rappresentante dello Spi Bruno Panegai  e da parte della consigliera comunale Vittoria Pizzolitto,  le tante  problematicità esistenti nella nostra ULSS. In particolare per il  Portogruarese è stato evidenziato:

  • la chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia – una decisione assurda, priva di qualsiasi logica organizzativa. Una situazione di grave disagio che, nonostante le tante assicurazioni fornite dalla direzione dell’ULSS e dal Sindaco di Portogruaro Senatore – permane;
  • la preoccupazione per il futuro dei reparti di pediatria e psichiatria;
  • la reperibilità del cardiologo in rotazione con la guardia di medicina generale, con possibile pregiudizio per la tempestività degli interventi;
  • la riduzione dei posti letto all’hospice;
  • l’interruzione della convenzione con il Cro di Aviano.

 

 Da parte di alcuni rappresentanti del territorio sandonatese e del Comitato per la difesa dei servizi sanitari (significativo al proposito l’intervento della dott.ssa Francesca Benvegnù) sono emerse molte  preoccupazioni e contrarietà, tra cui:

  • le recenti scelte regionali riducono ulteriormente i posti letto di medicina presso l’Ospedale di San Donà;
  • chirurgia ed ortopedia saranno prive di funzioni di emergenza e di un reparto completo a ciclo continuo;
  • risulta necessario superare i doppioni esistenti tra servizi pubblici e la casa di cura privata Rizzola;
  • la riorganizzazione dei distretti sta creando notevoli disagi ai cittadini.

 

Il presidente della Casa di Riposo O.P.Francescon di Portogruaro Diego Collovini ha fatto presente le incoerenze ed i rischi derivanti al nostro territorio anche dalla proposta regionale  di modifica delle IPAB, in particolare per la volontà centralistica su cui si basa e per le possibili sperequazioni che ne possono derivare.

 

L’incontro si è concluso con la proposta, avanzata dalla consigliera comunale Irina Drigo, diWP_20150916_005 avviare iniziative coordinate e comuni  tra associazioni, forze politiche e sociali, tra tutti i soggetti interessati.

LA VOLONTÀ È QUELLA DI “AGIRE INSIEME”  – PORTOGRUARESE E SANDONATESE –  PER FAR CRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA CHE IL NOSTRO TERRITORIO HA BISOGNO DI:

  • invertire le priorità e attrezzare prima di tutto la rete dei servizi del territorio, attraverso la creazione delle strutture intermedie, come gli ospedali di comunità, per dare risposta prima di tutto alla cronicità di una popolazione che va sempre più mutando in termini demografici;
  • riequilibrare i livelli di spesa socio-sanitaria, a partire dall’allineamento della quota pro-capite del fondo sanitario regionale: oggi il Veneto orientale vede riconosciuta una quota annua pro capite di 1.550,00 €, a fronte di  una media di 1.630,00 €. Anche solo limitandosi ad un semplice riequilibrio si ricaverebbero ogni anno quasi 28 milioni di euro per abbattere il debito aziendale ed investire in servizi;
  • un’azione politica e istituzionale della Regione Veneto nei confronti del Friuli Venezia Giulia per un accordo interregionale in grado di gestire il fenomeno del “quinto ospedale”, cioè delle fughe sanitarie verso est che pesano sul bilancio aziendale per quasi 50 mln di euro ogni anno.

 

Il Partito Democratico intende partecipare a questa mobilitazione, insieme a tutti i cittadini, alle associazioni ed  istituzioni.

 

Tocca ora  al centrodestra  del nostro territorio esprimersi.

Gli amministratori devono informare e render noto ai cittadini  come giudicano le  proposte regionali. Tocca al Sindaco di Portogruaro Senatore, ripartire dalla volontà del Consiglio Comunale e della cittadinanza per chiedere – insieme agli altri Sindaci del V.O. –  una netta inversione di tendenza da parte della Regione Veneto.

Dicano i consiglieri regionali del Veneto Orientale, a partire dal Vicepresidente della Giunta, se intendono accettare il disegno discriminatorio di Zaia o stare una volta per tutte dalla parte dei cittadini che hanno contribuito ad eleggerli.

Aggiungiamo, per completezza, la delibera del governatore appena presentata.

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