Tangentopoli Veneta: Condanniamo la disonestà e il malaffare

Le condanne, la delusione, l’offesa subita per i fatti di corruzione e di malaffare accaduti in Veneto, sono stati espressi in varie forme e non possono che essere- senza alcun distinguo e senza alcuna esitazione – ribaditi da tutti. I colpevoli sia diretti, che indiretti per legami in qualsiasi modo esistenti, per omertà o per collusione, devono essere individuati e per gli stessi le decisioni da assumere devono riguardare innanzittutto la loro imcompatibilità con qualsisasi ruolo di rappresentanza.

Al tempo stesso non si possono condividere atteggiamenti giustizialisti e forcaioli, che finiscono per alimentare movimenti e concetti antipolitici.

Tangentopoli Veneta è un mazzata per tutte le istituzioni, una mazzata per la politica sana, ma è anche un sistema che è emerso, e bisogna chiedersi perché quel sistema ( uomini politici di ogni partito- uomini delle forze dell’ordine-tecnici ecc) ha potuto allargarsi in questo modo. Alle dichiarazioni di principio iniziali sono ora da contrapporre approfondimenti specifici e conseguenziali.

Alla magistratura il nostro plauso e la sollecitazione a continuare il lavoro intrapreso.

La magistratura ha lavorato con grande scrupolo, ha indagato senza sbavature, senza fughe di notizie e senza guardare in faccia a nessuno.

Questa e’ una garanzia vera e tangibile per i cittadini e per tutti i politici che credono nell’onesta’ e nell’etica civica. Non e’ assolutamente vero che tutti gli uomini che svolgono un ruolo pubblico sono collusi o sono invischiati in un sistema corrotto, l’azione della magistratura né è la riprova.

I fatti accaduti dimostrano che la questione morale non si esaurisce solo scovando e deninciando i colpevoli. Ieri come oggi la questione morale è al centro della vita politica italiana, p una concezione della politica e della vita pubblica che va individuata e superata. 

La legalità, il rapporto con i cittadini, la gestione pubblica non può basarsi su una illimitata libertà di agire, esiste e deve esistere la responsabilità ed il controllo dI TUTTE le rappresentanze politiche e sociali.

DOPO QUANTO EMERSO RITENIAMO :

  • che indipendentemente dalla collocazione politica, dall’anno anagrafico di nascita, dalla corrente o dal ruolo ricoperto dalle singole persone, esiste oramai da anni in tutto il Paese un “ partito degli affari “ che ha ricavato dai grandi appalti pubblici ingenti somme di denaro e questo sicuramente non può coesistere né con il PD né con nessun partito così come pensato e voluto dalla Costituzione.
  • La corruzione e l’illegalità è presente indifferentemente in tutto il territorio nazionale, al nordo come al sud. In questo senso il sistema politico ed economico di quello che appariva il nord -laborioso ed onesto- risulta profondamente modificato. Il territorio come risposta sana al centralismo romano, il federalismo e l’autonomia territoriale non rappresentano più un argine sicuro contro il dilapidare di risorse pubbliche. Il Veneto – che per decenni ha avuto una classe politica egemone- sulle grandi opere ha visto uno straordinario intreccio di interessi tra privato e pubblico, che ha coinvolto tutti i soggetti politici, che è diventato Stato nello Stato.
    Vanno analizzati tutti i settori e tutte le scelte che appaiono non corrispondenti al corretto agire – dai grandi appalti ai project financing – e ciò anche in previsione delle prossime elezioni regionali e del ruolo di guida e di rinnovamento che il Pd vuole assumere.
  • Risulta evidente che gli scandali, che hanno caratterizzato la prima e la seconda repubblica si riproducono meglio all’interno di lunghi regni personali, di legami collusivi, di cerchi magici e di poteri autoreferenziali. In tal senso vanno ricercate tutte le forme e le modalità possibili affinchè la permanenza dei rappresentanti politici, nelle istituzioni ed a livelli di dirigenza politica, sia limitata nei tempi.
  • Le somme derivanti da comportamenti non consoni, non corretti, illegali, che in qualsiasi modo e forma possono essere pervenute a rappresentanze politiche o istituzionali dovranno essere restituite alla collettività.
  • La tendenza finora è stata quella di far prevalere il moralismo sulle regole, di condannare solo gli uomini perdendo di vista la sostanza. La quantità sterminata di soldi pubblici gestiti con ampia discrezionalità doveva far scattare da tempo un meccanismo di controlli e di verifiche. Ciò non è stato e neppure è stato sollecitato da chi aveva ruolo importanti istituzionali – Presidenti di Regione- Autorità per gli appalti pubblici- Capigruppo regionali – dirigenti politici ecc. CHI ha il compito ed il ruolo per poter verificare la correttezza dell’agire politico e la trasparenza nella gestione pubblica, deve assumersi fino in fondo tutta la responsabilità di farlo davvero, evitando sconfessioni tardive o poco credibili purezze.
  • affidarsi solo a nuove leggi non è sufficiente perchè la stessa Magistratura ha affermato che la madre della corruzione non è solo l’avidità, ma anche la complessità di leggi inutili. Per ridurre, la corruzione la strada è proprio la riduzione delle leggi, lo snellimento delle procedure, l’individuazione delle competenze, le regole uguali per tutti.

  • L’inasprimento delle pene non serve, serve una nuova stagione prima di tutto culturale e di coerenza comportamentale. Per troppo tempo il denaro facile, l’evasione fiscale, le furberie sono state un valore positivo. Uno Stato moderno è anche uno Stato dove queste illegalità vengono considerate tali da tutti, dove ciascuno vigila per far prevalere la correttezza comportamentale e l’onestà.

 LA TRASPARENZA

Soprattutto oggi, che l’opinione pubblica tende ad equipare ciascun politico, è necessario che gli amministratori dimostrino di essere al di sopra di  ogni sospetto. L’esigenza di chiarezza, di limpidezza, di trasparenza impone un impegno più forte ed una reale azione di verifica annuale, all’inizio e a fine mandato, sullo stato patrimoniale degli Amministratori, sui beni posseduti, sulla consistenza degli investimenti, sugli stili di vita. Inoltre la verifica annuale dei bilanci di ogni livello politico del PD dovrà essere attestato da organismi esterni allo stesso.

 ANALIZZARE PER CAMBIARE

Il rischio è che azioni o scelte assunte e solo a fini dimostrativi lascino inalterato un sistema che invece va scardinato attraverso proposte specifiche e concrete.

A fronte della gravità della situazione emersa è necessario che l’analisi dei fatti ed i processi di cambiamento siano approfonditi e reali.

Va valutata a tal fine la creazione di una commissione interna di inchiesta, che senza in alcun modo sostituire o affiancare altre competenze, sappia proporre procedure e attività che facciano davvero superare il fenomeno della corruzione e della illegalità pubblica diffusa così come mersa nella nostra Regione.